Sig. Salvador Monpar:

Amico, presumo e desidero che, quando riceverai questa lettera, sarai in perfetta salute, come tutti noi (g. a. D).

Non ho potuto scriverti prima perché sono molto impegnato, ed è per questo che approfitto della giornata odierna per scriverti.

Immagino anche che la vita di un soldato ti provi molto, dato che il servizio porta sempre i suoi disagi, uno dei peggiori l’essere lontano dalle persone che ami e dagli amici del Masnou. In ogni caso, sei stato molto fortunato a poter andare a Mahon, perché, suppongo, avrai trovato una buona amicizia con i Giovani Cristiani, che renderà il tuo soggiorno più felice. Noi qui ti pensiamo molto. Il gruppo sta andando molto bene: c’è molto entusiasmo. Il numero primo del nostro giornale è già uscito, che non ti mando perché non lo farebbero entrare nel quartiere; se quando ci scrivi ci dici l’indirizzo di un conoscente, a cui possiamo mandarlo, poi lo manderemo.

Presumo già che tu faccia bontà su bontà, perchè di un ragazzo come te non si può dubitare, e anche se la vita di servizio è molto piena di pericoli perchè ci sono pessime compagnie e pessimi compagni, sono convinto che in te non avranno potuto fare nulla. Al contrario, il buon esempio che hai dato qui al Masnou, lo avrai dato anche a Mahon. Facendo il servizio  puoi fare tanto del bene e tanto apostolato, con tanti compagni che probabilmente non hanno mai sentito parlare di religione, e tu lo sai fare molto bene.

Suppongo anche che debbano darti il tempo di praticare i tuoi doveri religiosi la domenica. Approfittane e lascia che gli altri ne approfittino. Il tempo qui è splendido: oggi è una giornata di sole che sembra già estate. E ora, dovendo andare a un’assemblea generale con gli avanguardisti, finisco la lettera. Mi hanno dato molti ricordi per te i consiglieri, Agustí Rosés, e altri Giovani Cristiani e quelli di casa tua.

Fatti abbracciare dal tuo amico che non ti dimentica e ti tiene nelle sue preghiere.